domenica 18 settembre 2016

Rosso di Toscana IGT - Poderi del bello ovile - 2008 - Serego Alighieri (Masi) - Magnum


Degustazione del 17 settembre 2016

  1. GUSTO: 7
    un vino molto equilibrato, forse fin troppo "perfettino" eun po' diverso da come me lo aspettavo. Le uve sangiovese, canaiolo e ciliegiolo sono tipiche dei vini toscani, profumati e facili da bere. Il colore rosso rubino intenso, da questo punto di vista, non fa una piega. Passando all'esame olfattivo, però, non ritrovo i tipici profumi del sangiovese, quanto piuttosto profumi più minerali e sentori di liquirizia, comunque molto interessanti. Anche passando al gusto, i 13% indicati sull'etichetta vengono in qualche modo smentiti da una struttura molto più importante. Gli 8 anni dalla vendemmia, d'altra parte, non hanno intaccato in alcun modo il vino, che si presenta ancora perfettamente rotondo e corposo
  2. FAIRNESS: 7
    Masi Agricola è una delle realtà più grandi ed importanti della Valpolicella e produce vini di grande livello, con grandi numeri e con una grossa fetta di mercato occupata dalla GDO. I Serego Alighieri, dal canto loro, sono la famiglia discendente dal poeta Dante, emigrata in Veneto poco dopo la morte del predetto e ritornata in Toscana proprio per l'acquisto dei vigneti dai quali nasce questo vino. Sicuramente una bella idea commerciale! Se da un lato manca il fascino di una produzione che nasce dalle mani e dalla testa di un contadino "autoctono", come piace a noi, dall'altro va segnalato che il vigneto "Poderi del bello ovile" è stato inserito nel progetto "masigreen", sovvenzionato anche dal Ministero, nel quale viene fatta particolare attenzione al basso consumo energetico, al rispetto dell'ambiente e al limitato uso di concimi chimici, assecondando così il più possibile il ciclo naturale del vigneto
  3. OCCASIONE: 7,5
    una bella cena denominata "fratellanza", con i miei fratelli e le sorelle di mio cognato Gabriele, che io e Tommy incontravamo per la prima volta. L'atmosfera è stata sin da subito molto serena e "alla mano" ed il formato magnum della bottiglia, oltre a fronteggiare le tante gole da dissetare, ha dato quel tocco in più di convivialità
  4. ACQUISTO: 8
    il suddetto cognato mi ha regalato questa magnum quando ci conoscevamo appena. Direi che ha fin da subito capito quali sarebbero stati i tasti giusti da toccare per conquistarsi la mia fiducia!
  5. PREZZO: 7,5
    per le ragioni di cui sopra, non conosco il prezzo della bottiglia. Come di consueto, in questi casi mi limito a segnalare che su internet si trova a circa 12€ la bottiglia, un prezzo sicuramente onesto
VOTO MEDIO: 7,4

lunedì 12 settembre 2016

Cinque Terre - Magioa - 2015 - Buranco



Degustazione dell'11 settembre 2016


  1. GUSTO: 7
    è un vino prodotto con i vitigni autoctoni bosco e albarola, oltre al "quasi" autoctono vermentino. Sicuramente è un bianco che mostra la sua forte personalità e territorialità, cosa che abbiamo molto apprezzato. I profumi si sono aperti dopo qualche minuto e sono piuttosto delicati, ma raffinati. Il sapore è senz'altro sapido, ma molto gradevole. Lo scarso (o forse addirittura nullo) utilizzo di solfiti, infine, rende il prodotto particolarmente facile da bere. Perfetto l'abbinamento con una straordinaria pasta all'uovo con gamberetti e zucchine
  2. FAIRNESS: 8
    Buranco è una delle realtà più importanti e prestigiose delle Cinque Terre, territorio talmente impervio e unico che già da solo merita profondo rispetto per ogni vignaiolo. Vigneti abbarbicati sulla montagna, affacciati sul mare, coltivati in modo quasi esclusivamente manuale, che godono di un'esposizione verso sud e di una ottima influenza delle brezze marine. Chi è stato nella cantina Buranco, poi, riferisce anche di una magione particolarmente suggestiva e ben curata che domina il golfo di Monterosso. Come si diceva, Buranco è sempre stato in prima linea per la produzione di vino senza solfiti, sfida affascinante e sempre apprezzata!
  3. OCCASIONE: 8,5
    ogni anno, la domenica dopo l'8 di settembre (S. Maria Nascente) si festeggia a Bernareggio la festa del paese. In particolare, quest'anno siamo stati ospiti dalla zia Emy in occasione dei suoi (primi) 60 anni! Erano presenti molti familiari, tra cui il mitico zio Antonio, già citato in precedenti post, grande appassionato di vini. Oltre al vino in oggetto, offerto dalla padrona di casa, infatti, abbiamo stappato alcuni eccellenti bottiglie portate dagli ospiti: uno sforzato di Nino Negri 2004, un Barolo Mosconi di Fantino Conterno del 1996, un Verdicchio dei Castelli di Jesi Serra Fiorese di Garofoli 2013. Concluso il pasto, la zia si è superata sfornando anche uno Champagne Wiston Churchill di Pol Roger del 1999 (straordinario!!!) e un rarissimo Schiacchettrà di Mario Andreoli 2012 (artigianale, ma unico!)! Per ognuno di questi vini (alcuni davvero speciali!) sarebbe stata necessaria una recensione, ma abbiamo optato per questo prodotto che, oltre ad aver retto il difficile confronto, è di nicchia, di qualità, molto originale e anche più accessibile rispetto ad alcuni dei suddetti grandi vini... un "vino giusto"!
  4. ACQUISTO: 9,5
    la bottiglia che abbiamo assaggiato è stata acquistata dalla zia durante una visita a Monterosso, nella quale ha avuto anche la possibilità di essere ospite del proprietario, Gigi Grillo, di cenare con lui e di conoscere la sua famiglia. La descrizione che Gigi Grillo (che anche io ho incontrato ad una degustazione proprio a Monterosso nell'aprile 2015) ha fatto della sua produzione ci ha davvero affascinato, perchè la sua azienda rappresenta un bel mix tra la cultura contadina della cinque terre e l'approccio imprenditoriale e moderno di un uomo di mondo come lui stesso sicuramente è.
  5. PREZZO: (7)
    non conosco quale sia l'esatto prezzo di questa bottiglia, anche se credo sia compreso nella fascia tra 15-20 €. In tal caso sarebbe un prezzo certamente proporzionato alla qualità, rarità e peculiarità del prodotto, oltre che alla difficoltà di produzione
VOTO MEDIO: 8

sabato 10 settembre 2016

SPECIAL EDITION - Vin Chè 2016 - "Il sogno di Tassodine"


Degustazione del 9 settembre 2016 con Pax, Sere e Guido

Il "VinChè" è stata una piacevolissima sorpresa!
Si tratta di una festa del vino organizzata da un gruppo di giovani ragazzi della zona di Calusco d'Adda e Carvico (associazione culturale Lunanuova) nella splendida location del parco Serraglio di Carvico.
La festa offre la possibilità di mangiare piatti raffinati seduti su balle di fieno rettangolari, in mezzo a piante secolari, al lume di candela, assaggiando vini di buona qualità e ad un prezzo equo; oppure è possibile effettuare una vera e propria degustazione nella suggestiva location indoor, con volte a crociera in mattoni!
Venendo al vino in degustazione, erano presenti alcune piccole realtà provenienti soprattutto da zone poco distanti, che proponevano vino di qualità e anche qualche storia davvero affascinante.
Tra le aziende presenti, la menzione d'onore va senz'altro alla realtà più piccola e territoriale, l'Azienda Agricola Tassodine.
Da circa 10 anni l'azienda gestisce poco più di un ettaro sull'omonima collina al confine tra le Province di Lecco e Bergamo, con vista su tutta la pianura padana (nella foto).
Insomma, l'imprenditore Giuseppe Magni ha realizzato il sogno di ogni appassionato di vino padano...
Fin dalla piantumazione sono stati effettuati studi agronomici sul terreno, sulla scelta dei vitigni e sulla disposizione delle singole piante. I vigneti producono il classico merlot e, udite udite, il pinot nero (unico produttore della Provincia di Bergamo)! E' proprio questo il vino che merita maggiormente di essere assaggiato: colore molto scarico, forte riconoscibilità ed eleganza. Può già sfidare i migliori pinot neri italiani!
Altro vino che mi ha convinto è il Goccione dell'azienda Roberto Lucarelli (Pesaro), sangiovese in purezza affinato in rovere per 18-24 mesi, anch'esso elegante e molto bevibile.
Venendo ai bianchi, è stato piacevole sentire il titolare di Cascina Feliciana (zona lugana), raccontarci come nasce il suo Torfel, della DOP San Martino della Battaglia, con uve Tocai (lì chiamate "tuchi"). Il vino, sia ben inteso, ci è anche piaciuto molto, anche forse di più del lugana Felugan.
Della cantina Villa Canestrari (valpolicella), ci ha colpito maggiormente il Soave Superiore Riserva Augo, nel quale l'affinamento in barrique conferisce profumi speziati e complessi ed un sentore vanigliato davvero piacevole!
Tra gli spumanti, interessante il metodo charmat da uve chardonnay coltivate a Pontida da Cascina Drezza, ma ci è piaciuto di più il metodo classico, sempre da uve chardonnay, ma proveniente dai colli piacentini (anche questa una chicca!), della cantina Luretta.
Insomma, una serata molto piacevole, istruttiva ed interessante!
L'affluenza ha premiato gli organizzatori, ai quali l'anno prossimo chiediamo un ulteriore salto di qualità!